Pensioni Inps: una pessima sorpresa
Qualche anno fa ha tenuto banco la questione dell’indicizzazione delle pensioni. Ve le ricordate le lacrime della Fornero? Avevano molto a che fare con questo tecnicismo. Le pensioni sotto i 1.500 euro, infatti, sono indicizzate all’inflazione. Più aumenta il costo della vita più aumenta l’assegno. L’ex ministro del Lavoro era scoppiata a piangere perché, nella prima versione della sua riforma, non era riuscita a garantire questo “privilegio” nemmeno ai pensionati più indigenti.
Adesso, il privilegio in questione è tornato indietro come se fosse un boomerang. Il risultato è stato il taglio su tutte le pensioni indicizzate (pensioni Inps ex Inpdap comprese). Accanimento da parte dello Stato? Potrebbe sembrare così. D’altronde se un pensionato riceve 500 euro al mese e gli viene tolto anche solo un euro, la prende come una beffa – e sarebbe il minimo.
Pensioni Inps Conguaglio: i dati definitivi
La scure che si è abbattute sulle pensioni Inps ex Inpdap si chiama “previsione errata”. L’indicizzazione infatti viene applicata rivalutando gli assegni in base all’inflazione stimata per l’anno successivo. Proprio le stime del 2014 sono state sbagliate. Lo Stato prevedeva un aumento del costo della vita nell’ordine dell’1,2%, ma questo è aumentato dell’1,1%. Un decimo quindi, a malapena 10 punti base, ma che ha spinto il Governo a procedere con la decurtazione di questa presunta percentuale.
Di quanto è stato il taglio? Si parla di un euro ogni 1.000 euro di pensione. Ma questo non è il dato definitivo, dal momento – e questa è notizia recente – il conguaglio rimarrà attivo anche per febbraio.